世界の名作を読もう

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カズオ・イシグロの作品

 

 

 

作品

長編小説

邦題 原題 出版年 翻訳者 翻訳出版年
遠い山なみの光英語版[注 2] A Pale View of Hills 1982年 小野寺健 1984
浮世の画家英語版 An Artist of the Floating World 1986年 飛田茂雄 1988年
日の名残り The Remains of the Day 1989年 土屋政雄 1990年
充たされざる者英語版 The Unconsoled 1995年 古賀林幸 1997年
わたしたちが孤児だったころ英語版 When We Were Orphans 2000年 入江真佐子 2001年
わたしを離さないで Never Let Me Go 2005年 土屋政雄 2006年
忘れられた巨人 The Buried Giant 2015年 土屋政雄 2015年

短編小説[編集]

邦題 原題 出版年
  Introduction 7: Stories by New Writers[注 3] 1981年
戦争のすんだ夏 ‘The Summer after the War’  1990年
夕餉 ‘A Family Supper’ 1990年
日の暮れた村 ‘A Village After Dark’[注 4] 2001年
夜想曲集―音楽と夕暮れをめぐる五つの物語英語版 Nocturnes: Five Stories of Music and Nightfall[注 5] 2009年

脚本[編集]

作詞[編集]

  • Stacey kent / The Ice Hotel
  • Stacey kent / I Wish I Could Go Travelling Again
  • Stacey kent / Breakfast on the Morning Tram
  • Stacey kent / So Romantic
  • Stacey kent / The Summer We Crossed Europe In The Rain
  • Stacey kent / Waiter, Oh Waiter
  • Stacey kent / The Changing Lights

 

Works

Novels

Screenplays[edit]

Short fiction[edit]

  • "A Strange and Sometimes Sadness", "Waiting for J" and "Getting Poisoned" (in Introduction 7: Stories by New Writers, 1981)[31]
  • "A Family Supper" (in Firebird 2: Writing Today, 1983)[31]
  • "The Summer After the War" (in Granta 7, 1983)[31]
  • "October 1948" (in Granta 17, 1985)[31]
  • "A Village After Dark" (in The New Yorker, 2001)[31]
  • "Crooner", "Come Rain or Come Shine", "Malvern Hills", "Nocturne" and "Cellists" (in Nocturnes: Five Stories of Music and Nightfall, 2009)[31]

Lyrics[edit]

 

ダヌンツィオの著作

代表作の邦訳
Primo vere(早春、1879年)
Il Trionfo della Morte(死の勝利、1894年)
脇功訳、「薔薇小説」3部作、『快楽』、『罪なき者』、『死の勝利』
松籟社で2007年夏より2010年秋にかけ刊行。
※『罪なき者』は、ルキノ・ヴィスコンティの遺作「イノセント」原作
野上素一訳 『死の勝利』 岩波文庫上下、2007年復刊(第3版)

 

Gabriele D'Annunzio

Opere principali[modifica | modifica wikitesto]

 
Corrispondenza erotica con Evelina Morasso
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Opere di Gabriele D'Annunzio.

La produzione letteraria di D'Annunzio fu stampata integralmente fra il 1927 e il 1936 da un Istituto nazionale creato appositamente sotto l'egida dello Stato italiano per la pubblicazione della sua Opera Omnia. Il Vate collaborò attivamente alla realizzazione dell'ambizioso progetto, come collaborò alla pubblicazione di un'edizione economica (L'Oleandro) che ricalcava la precedente, realizzata anch'essa quando egli era ancora in vita, fra il 1931 e il 1937. Subito dopo la sua morte e cioè fra il 1939 e il 1942 la Fondazione del Vittoriale degli Italiani provvide a ristampare quasi integralmente la produzione dannunziana: 42 volumi su un totale di 46 (gli ultimi quattro non uscirono per le note vicende belliche che desolarono l'Italia nel 1943). Nel secondo dopoguerra merita una particolare menzione la pregevole edizione dellOpera Omnia apparsa, a partire dal 1950, nei Classici Contemporanei Italiani di Arnoldo Mondadori Editore.

Fra le opere più significative di Gabriele D'Annunzio segnaliamo queste.

Primo vere (1879)[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Primo vere.

La prima opera dannunziana fu pubblicata a Chieti, e successivamente a Lanciano dalla Casa editrice Rocco Carabba, con un intelligente espediente: ossia facendosi auto-pubblicità con una presunta morte cadendo da cavallo.

L'opera è una raccolta poetica ispirata alle odi di Giosuè Carducci[67], basata su pezzi di bravura, come traduzioni in metrica barbara di odi di Catullo e Orazio, e celebrazioni paniche della propria terra abruzzese, ancora vergine e selvaggia, mischiando la descrizione a effimere visioni mitiche della mitologia classica. A differenza di Carducci, D'Annunzio già dimostra uno slancio vitale più esteso, nonché sensuale, tipico dello scrittore giovanile, anche se tale slancio sarà presente in quasi tutte le opere dannunziane.

Canto novo (1882)[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Canto novo.

La seconda raccolta poetica ha due versioni, la prima dell'82, e la seconda, più ridotta, del 1896, epurata da sbavature troppo classicheggianti e carducciane. Le 63 liriche sono ugualmente sonetti ispirati a Carducci, divisi in 4 libri, in cui si racconta l'amore di D'Annunzio per Elda Zuczoni, vissuto sulla spiaggia di Francavilla al Mare. Gabriele D'Annunzio esprime già col titolo una nuova forma di poetica, nata come ibrido dall'ode classica italiana (barbara) usata da Giosuè Carducci e dal desiderio irrefrenabile della gaiezza giovanile. Mentre Carducci nelle odi tenta il recupero della potenza letteraria italiana con riecheggi ai classici, d'Annunzio aggiunge la sua esperienza personale di giovane innamorato, inserendo il suo rapporto amoroso con Lalla in un bozzetto abruzzese, ambientato sulla spiaggia selvaggia di Francavilla al Mare.

Questa volta i prestiti, o calchi", non sono più dagli autori latini, ma dai lirici greci, come AlceoPindaro e Anacreonte.

Intermezzo di rime (1883)[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Intermezzo di rime.
 
Chieti ai tempi di D'Annunzio, veduta di Porta Pescara

Pubblicate queste poesie a Roma da Sommaruga editore nel 1883, l'opera poetica segna un distacco dalla vita giovanile abruzzese. D'Annunzio abbandona la metrica barbara carducciana per rifarsi alla sperimentazione di un sistema proprio, che già preclude l'uso di uno stile "decadentista", che gli viene ispirato dalla frequentazione dei salotti romani. Anche l'ingenua sensualità giovanile è abbandonata per passare alla pittura di scene di amori più nitide e spinte.

Il libro delle vergini - San Pantaleone (1884-86)[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Il libro delle vergini e San Pantaleone (D'Annunzio).
 
Copertina de Il libro delle vergini

Le due raccolte di novelle furono pubblicate a Roma da Sommaruga Editore, e riguardano l'approccio dannunziano al naturalismo e al verismo di Giovanni Verga, dalla sua raccolta di Vita dei campi. Tuttavia D'Annunzio non seppe abbracciare completamente la corrente siciliana, poiché trasgredì alle regole della forme inerente al soggetto alla descrizione mediante la narrazione indiretta, intervenendo spesso con commenti personali, adottando uno stile medio-alto, e facendo parlare i protagonisti nel dialetto abruzzese. Le storie della prima raccolta delle vergini, in tutto quattro, rispondono al modello di una conciliazione tra stile elevato della nobiltà romana nel periodo decadentista e le vicende amorose di nobildonne e semplici contadine dalla campagna pescarese dell'Abruzzo.

La seconda raccolta, più variegata, è un insieme di bozzetti di stampo verghiano, in cui D'Annunzio tratteggia le brutture e le sventure di poveri individui del villaggio marinaro di Portanuova (la vecchia Pescara), in lotta con Castellammare Adriatico. La natura dominante abruzzese, incolta e sovrana, sembra decidere, con carestie, mareggiate e nevicate, le sorti dei protagonisti, votati alla sofferenza e all'autodistruzione non solo per catastrofi naturali, ma anche per la loro natura barbara, come ad esempio la superstizione religiosa e l'ignoranza bestiale con gli istinti animaleschi del sesso e della fame.

Il piacere (1889)[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Il piacere (romanzo).

Primo romanzo dannunziano, e primo capitolo della trilogia dei Romanzi della Rosa, l'opera ha una trama molto semplice. La vicenda, suddivisa in quattro libri, si svolge nel 1886 a Roma, con l'inizio di un flashbackdell'abbandono tra il principe Andrea Sperelli ed Elena Muti. Infatti Andrea, nobile abruzzese, dandy dell'alta società romana amante della letteratura decadentista, incontra la nobildonna Elena Muti e se ne innamora perdutamente, nonostante lei sia sposata. A questo punto è inevitabile uno scontro all'arma bianca tra Andrea e il rivale, e il protagonista, ferito, è portato in convalescenza a Francavilla al Mare, nella "villa Schifanoia", dove redige un diario personale, componendo anche pezzi di bravura di poesia decadentista; inoltre conosce una lontana cugina, Maria Ferres, di cui si innamora. Comincia allora un rapporto complicato tra Maria ed Elena, considerata la prima fèmme fatale dell'eroe dannunziano, fino alla perdita di entrambe.

Il romanzo è il capostipite in prosa italiana del decadentismo; D'Annunzio per la composizione si ispirò a vari autori stranieri, come Charles BaudelaireThéophile Gautier, l'estetica preraffaellita elaborata dai critici del giornale Cronaca bizantina, e Goethe, si aggiunsero dunque quelle provenienti dalla nuova fonte di ispirazione francese, come Gustave FlaubertGuy de MaupassantÉmile Zola, ma anche Percy Bysshe ShelleyOscar Wilde[68] e forse la lettura di À rebours di Joris Karl Huysmans.[69]
La particolarità dello stile consiste nel riempire la narrazione, di per sé semplice, di citazioni dotte sia di autori classici, greci e latini, di musica classica i cui rappresentanti Mozart e Beethoven, e l'alternanza in prosimetro di prosa e poesia.

L'innocente (1892)[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: L'innocente (romanzo).

Il secondo romanzo della Trilogia della Rosa, si discosta abbastanza dalla prosa decadentista fluente del Piacere. Il protagonista è il principe Tullio Hermil, sposato con Giuliana e affiliato. Apparentemente sembra che la tranquilla vita familiare abbia il suo regolare corso. Tuttavia la donna lo tradisce con lo scrittore Filippo Arborio, di cui rimane incinta, e partorisce un maschio. Dato che Filippo si ritira, Tullio è costretto a vivere con il terzo figlio "non suo", verso cui matura un odio incontrollabile, lasciandolo morire di freddo, fuori la finestra, la notte di Natale.

L'opera, più che essere ispirata al decadentismo, è tratta da uno studio dannunziano del tema dell'"evangelismo russo" presente in Tolstoj e Dostoevskij, convertendolo tuttavia nello slancio vitale della coprotagonista Giuliana, e nella caratterizzazione negativa tipica della femme fatale.

Poema paradisiaco (1893)[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Poema paradisiaco.

Si tratta di una composizione in cui D'Annunzio inizia a mescolare decadentismo e crepuscolarismo, distaccandosi dallo slancio vitale iniziale della corrente intellettuale. Il poema dannunziano è anche una parabola di conversione verso uno stile di vita casto e frugale, quasi francescano. Il protagonista infatti è un uomo soggetto alla prigione dei sensi, sedotto da figure insidiose e enigmatiche: le larve. Soltanto il ritorno del protagonista nel rassicurante orticello di casa, mantenuto con modestia e lavoro sarà la sua ancora di salvezza, proprio qui infatti avverrà la sua purificazione. Il protagonista riesce quindi a raggiungere un traguardo di salvezza adottando uno stile di vita in perfetta antitesi rispetto allo stesso D'Annunzio.

Il trionfo della morte (1894)[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Il trionfo della morte.

« Guardiagrele, la città di pietra, risplendeva al sereno di maggio. Un vento fresco agitava le erbe su le grondaie. Santa Maria Maggiore aveva per tutte le fenditure, dalla base al fastigio, certe pianticelle delicate, fiorite di fiori violetti, innumerevoli cosicché l’antichissimo Duomo sorgeva nell’aria cerulea tutto coperto di fiori marmorei e di fiori vivi. »

(Gabriele D'Annunzio dal Trionfo della morte[70])
 
Araldica degli stemmi nobili di Guardiagrele, sul lato della Cattedrale. Lo stemma degli Aurispa è di pura fantasia di D'Annunzio

Il terzo romanzo della Trilogia della Rosa fu iniziato nel 1889 col titolo L'invincibile, e poi abbandonato per la stesura del Giovanni Episcopo (1892), sempre ispirato all'evangelismo russo dostoevskiano. Sempre nell'89 D'Annunzio, soggiornando a Francavilla al Mare, nel Convento Michetti dell'amico Francesco Paolo Michetti, compì un viaggio a San Vito Chietino, sulla costa dei Trabocchi, con l'amante Barbara Leoni, scoprendo nella lettura del Così parlò Zarathustra il fenomeno del superuomo. Affascinato dallo slancio vitale della "volontà di potenza" nietzschiana, D'Annunzio approfondì la sua ricerca dell'Abruzzo selvaggio, molto più approfondita rispetto ai bozzetti pescaresi, e si diresse a un pellegrinaggio religioso al santuario di Casalbordino, rimanendo profondamente colpito e scandalizzato dall'estrema disperazione dei pellegrini, che si sottoponevano ad ogni forma di umiliazione, nelle loro condizioni già disastrate pur di ottenere una grazia.

La storia è quella del principe Giorgio Aurispa, nobile di Guardiagrele, il cui blasone è fieramente posto nell'araldica della Cattedrale della città. Dopo aver assistito al suicidio di uno sconosciuto a Roma, è richiamato in Abruzzo dalla famiglia, in forte dissesto economico, per la morte dello zio Demetrio. Giorgio ha perso l'unico punto di riferimento della famiglia, poiché tutti i membri sono descritti come gente infida e crudele, specialmente il padre di Giorgio, che ha abbandonato tutti per vivere in dissolutezza con una prostituta. Giorgio si rende conto che non c'è più niente per lui lì, e si ritira in una villa sulla costa di San Vito, chiamando l'amante Ippolita Sanzio per avere più conforto. Mentre Giorgio rimane schivo e disgustato dalla vita povera e semplice degli abruzzesi, dominati dalla natura, Ippolita rimane molto affascinata dalle usanze locali, anche se barbare, come ad esempio il tentativo di una madre di scacciare il demonio dal figlio neonato ammalato, credendo fosse posseduto. Intanto Giorgio scopre Nietzsche nella lettura dello Zarathustra e crede di aver conquistato il metodo per fronteggiare l'ostilità della natura, ma dopo un pellegrinaggio con Ippolita al santuario di Casalbordino, vedendo la sofferenza inguaribile dei pellegrini e la miseria più totale, decide di distruggere tutti i suoi sogni con Ippolita, anche perché la vede come una "nemica", poiché affascinata anche da quella visione terribile.

Le vergini delle rocce (1895)[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Le vergini delle rocce.

Il romanzo avrebbe dovuto far parte di una trilogia del Giglio, che non fu mai ultimata. La storia è molto semplice: Claudio Cantelmo, uno degli ultimi esponenti del casato abruzzese della Majella, vorrebbe avere un erede, poiché lui, avendo raggiunto il perfetto equilibrio con l'ideale del "superuomo", potrà avere un degno erede che potrà dominare sia al livello politico che intellettuale su Roma. Il tentativo però fallisce quando Claudio tenta l'approccio con tre sorelle aristocratiche, che sembrano essere l'incarnazione di un'opposizione divina al suo progetto: la seconda di esse è in procinto di prendere i voti, mentre la terza, che lo rifiuta per occuparsi dei propri familiari, lo indirizza verso la prima. Il romanzo però si conclude senza rivelare la decisione del protagonista.

La città morta (1898)[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: La città morta.
 
Eleonora Duse, principale attrice nelle tragedie dannunziane

Si tratta di una delle prime tragedie dannunziane, composta assieme al Sogno di un mattino di primavera nel 1896 e al Sogno di un tramonto d'autunno del 1897. La storia fu ispirata agli scavi archeologici in Grecia di Heinrich Schliemann, effettuati una ventina d'anni prima; è molto semplice, e tratta le vicende di un gruppo italiano di archeologi che stanno effettuando degli scavi a Micene, con la speranza di scoprire il palazzo della corte di Agamennone. Su questa possibile speranza, mescolata a passioni e riecheggi della cultura classica, con la lettura dell'Antigone di Sofocle ad esempio, i protagonisti attendono l'avvento finale. Le due donne protagoniste Anna e Bianca Maria attendono le scoperte di Alessandro archeologo, anche se però Anna, rimasta cieca da un trauma, ha una relazione clandestina con Leonardo, migliore amico di Alessandro, e nel rimorso si suicida nelle gole dello scavo archeologico.

La Gioconda (1898)[modifica | modifica wikitesto]

La tragedia è un compendio dei due Sogni dannunziani, realizzata come giustificazione della pratica del piacere da parte del superuomo dannunziano. Nella storia, molto vaga, la vicenda è altalenante tra tragedia vera e propria e dramma borghese. Lo scultore Lucio Settala è in grave crisi esistenziale, e preferirebbe inscenare il suicidio piuttosto che abbandonarsi a disprezzare la perdita della vena artistica. Dopo un tentativo di suicidio, in cui però perisce la moglie Silvia Settala, interviene l'amante di Lucio, Gioconda Dianti, che nel suo monologo dimostra la superiorità del Bene e del Male, ispirati all'opera nietzschiana, ergendosi a guida del disperato Lucio.

Il fuoco (1900)[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Il fuoco (D'Annunzio).
 
Palazzo ducale di Venezia, dove è ambientata la prima parte

Concepito come primo capitolo della Trilogia del Melograno, mai compiuta, il romanzo ha una storia molto semplice, divisa in due sezioni. Il protagonista è l'artista nobile Stelio Effrena che, con la sua amante la Foscarina, definita Perdita con un'accezione da comportamento da padrone, passeggia per i canali di Venezia, la Città del Silenzio, conversando d'arte con i suoi amici intellettuali e nobili. Stelio, tenendo un discorso nel Palazzo dei Dogi in Piazza San Marco, dichiara il suo amore per il passato, sperando in un ritorno dell'antica nobiltà veneziana e un nuovo splendore culturale. Dopo aver fatto l'amore con la Foscarina, Stelio capisce che grazie a lei, attrice di teatro, è riuscito a scoprire la passione per il teatro, e ad avere lo stimolo giusto per tentare l'approccio al genere teatrale, rinnovandolo profondamente e radicalmente con la sua tecnica del superuomo, attingendo agli spiriti guida nietzschiani de La nascita della tragedia. Dunque, non appena muore il compositore Richard Wagner, in vacanza a Venezia, profondamente amato da Stelio perché giudicato il simbolo della rinascita musicale classica, il protagonista abbandona la sua amante, e partecipa al funerale della celebrità.

Il protagonista è proiettato verso un'esperienza onirica di chiaroveggenza, con richiami ai tragici classici, soprattutto a Dante Alighieri e al suo rapporto con Beatrice. Riguardo allo stile, l'accrescimento della passione è descritto con equilibrio nella prima parte del libro, fino a raggiungere l'apogeo della passione, per poi svanire completamente nella seconda parte. Il desiderio simbolico di affermazione nella società letteraria per il protagonista, consiste nel creare una tragedia nuova che sappia contenere la vitalità dei classici, e ciò Stelio tenta di capirlo dall'esperienza teatrale della Foscarina. In seguito alla morte di Richard Wagner tale assimilazione sarà completata, e il rapporto di sopraffazione vedrà l'abbandono dell'amata da parte del protagonista.

Le novelle della Pescara (1902)[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Le novelle della Pescara.

La raccolta fu edita da Mondadori Editore nel 1902, frutto di una rielaborazione di D'Annunzio di altre tre raccolte pubblicate in precedenza, ossia:

  • Terra vergine (1882): composta da una decina di bozzetti in prosa di stampo verista, che stanno a descrivere la semplice vita rurale abruzzese della cittadina provinciale di Pescara Portanuova, in rivalità con il comune alla foce di Castellammare Adriatico, e dei luoghi attorno di SpoltoreFrancavilla al Mare e Ortona. La tempra con cui i personaggi di bassa estrazione sociale sono descritti è vigorosa, selvaggia, e piena di elementi quasi animaleschi, sulla scia del naturalismo di Giovanni Verga in Vita dei campi. Le varie vicende riguardano poveri pazzi, pescatori senza futuro o bambini ammalati, che in ciascun quadretto tentano come possono di cambiare la loro vita, non riuscendoci perché fortemente legati ai loro istinti di brutalità, sesso e fame; tali istinti li porteranno quasi sempre a una fine indecorosa.
  • Il libro delle vergini (1884): la raccolta comprende 4 novelle di stampo decadentista, molto diverse dalla Terra vergine. Le storie sono più raccolte, ambientate ugualmente in Abruzzo, descritto come selvaggio e primitivo, ma in perfetto equilibrio con le proprie peculiarità ancestrali. L'esperimento dannunziano consiste nella caratterizzazione di tali personaggi sull'impronta degli amori clandestini e sofferti nella Roma decadente di fine '800, con relazioni impossibili, effimere, e distruttrici, mescolate alle credenze e alle regole legate alla fede cristiana della popolazione abruzzese.
 
La vecchia Castellammare Adriatico (oggi corso Umberto I), in una cartolina raffigurante il corso Vittorio Emanuele (1910 ca.)
  • San Pantaleone (1886): questa raccolta di 17 novelle è la più variegata, dove D'Annunzio riprende lo stile del naturalismo, epurandolo tuttavia da sbavature classicheggianti e descrizioni futili, concentrandosi principalmente sull'introspezione dei personaggi, e sulla descrizione per particolari della materia sia fisica dell'uomo, che dell'ambiente che lo circonda. Vari esempi sono l'insistenza sulle piaghe e le malattie dei protagonisti, con la descrizione quasi analitica da un punto di vista medico delle pustole e bubboni, dall'altra della vegetazione che ricopre i manti d'erba, le acque dei fiumi e le montagne del territorio abruzzese. I vari bozzetti sono più concentrati sulle credenze popolari dei poveri abruzzesi, che li portano a gesti estremi e folli, pur di ricevere la salvezza e la grazia. Un esempio è la novella di San Pantaleone, in cui D'Annunzio descrive una furibonda lotta tra due opposte fazioni, veneranti due santi patroni nel comune di Miglianico (CH). Dalla colluttazione escono dei morti, e il giorno della festa patronale del santo, nella chiesa parrocchiale, un povero folle di taglia una mano per offrirla in sacrificio alla statua, pur di ottenere una grazia.

D'Annunzio fu fortemente influenzato, pur componendo episodi di fantasia, dalla reale situazione della città di Pescara, durante l'800. La città di Pescara nel 1863 circa risultava divisa in due tronconi, il rione Portanuova dove nacque D'Annunzio, legato al controllo del bagno penale, rimasuglio dell'imponente fortino del Pescara (XVI sec), e il comune dall'altra parte del fiume di Castellammare Adriatico, presso la foce del Porto Canale. La rivalità tra i due centri ebbe l'acume nel 1807, con la separazione dei comuni, e la successiva guerra per il passaggio delle merci sul ponte di ferro, descritto da D'Annunzio nella novella La guerra del ponte.
Varie altre storie legate alla seppur mondana vita pescarese di baroni in decadenza, e poveracci pescatori, sono ugualmente ispirate alla vita locale, prima della riforma di Benito Mussolini del piano regolatore nel 1927, dopo la fusione dei due comuni e l'istituzione della provincia. Come detto, il poeta si ispirò al naturalismo verghiano, anche se non riuscì mai a raggiungere i canoni della "forma inerente al soggetto", dell'insistenza nella narrazione di un particolare "vinto" a simbolo di tutto il mondo abruzzese, come per Verga con la Sicilia; e inoltre D'Annunzio non assunse mai la tecnica impersonale della narrazione, adottando inoltre l'uso del dialetto, cosa non accettata da Verga.

Laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi (1903)[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Laudi.
 
Copertina del primo libro, illustrata da De Carolis

Il progetto dannunziano della riforma dello stile e della poesia italiana, sotto l'aspetto del decadentismo e del superomismo, fu quello delle Laudi, concepite come un gruppo di sette libri ispirati ai nomi delle PleiadiMaiaElettraAlcyoneMeropeAsteropeTaigete e Celeno. La critica è concorde che il primo blocco poetico del 1903 sia il migliore dal punto di vista stilistico, composto dalla triade Maia-Elettra-Alcyone, mentre le altre due raccolte di Merope (1915) e Asterope (1933, col titolo Canti della guerra latina) mostrano una vena poetica più bassa e scarsa.

  • Maia - Laus vitae: il primo libro è una sorta di poema in cui il protagonista D'Annunzio, come un moderno "ulisside", sia avvia alla scoperta dello stile ideale e perfetto, ispirato sia agli antichi classici della Grecia, che all'ispirazione stessa da parte divina. D'Annunzio ripercorre una sorta di viaggio a ritroso per trovare lo stile ideale, narrando con slancio la potenza e la bellezza della vita, e di godere delle sue gioie attraverso i sensi. Il motivo di contorno del personaggio "ulissiaco" fu ispirato al poeta dal viaggio in Grecia nel 1895 sulla nave di Edoardo Scarfoglio[71].
  • Elettra: il libro si suddivide in due sezioni, la prima in cui D'Annunzio auspica un ritorno dell'Italia ai grandi fasti, mediante la guerra e il colonialismo, come stava accadendo nell'epoca dell'imperialismo europeo. Dopo le celebrazioni a Dante Alighieri come maestro della lingua e a Giuseppe Garibaldi come unificatore del Regno, D'Annunzio passa al secondo blocco della raccolta, elencando varie città simboliche italiane da lui visitate, con un grande passato storico, e un presente da riscattare.
  • Alcyone: la terza raccolta è considerata la migliore dal punto di vista stilistico. D'Annunzio narra le sue esperienze in Toscana con Eleonora Duse, nella villa di Settignano, durante l'estate e l'autunno del 1902. Le varie liriche sono divise secondo un ordine, separate da 4 ditirambi poetici, dedicati a una divinità. Nel libro D'Annunzio si confronta nuovamente con il suo bagaglio culturale di stampo prettamente classico, dalla lirica greca di SaffoAlceoAnacreonte a quella latina di VirgilioOrazio e Catullo, esprimendo il proprio slancio vitale durante la calura estiva, unendosi panicamente e simbolicamente con la natura e ciò che lo circonda. Un esempio è il componimento de La pioggia nel pineto, scritta con il ritmo di una canzone a ritornelli. Della sezione autunnale invece è famosa I pastori, in cui D'Annunzio ricorda la sua gioventù abruzzese, quando si praticava la tradizione della transumanza, in cui i pastori partono dalle montagne, lungo il tratturo, per giungere in Puglia.

La figlia di Iorio (1904)[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: La figlia di Iorio.
 
Copertina de La figlia di Iorio, realizzata da Aldolfo De Carolis

La tragedia fu un punto d'approdo della produzione teatrale dannunziana, poiché motivata dalla terza riscoperta del poeta, dell'Abruzzo pastorale selvaggio, con cui fondere simbolicamente una storia di matrice sia decadente che superomista, con il protagonista tipo della fèmme fatale. Nella storia, ambientata nella montagna della Majella, la giovane Mila di Codro è accusata ingiustamente di stregoneria, irrompendo nella casa dove si stanno per celebrare le nozze di Aligi e di una fanciulla, che ha scelto per lui il padre Lazaro di Roio del Sangro. Aligi rimane incantato da Mila, e decide di rinunciare al matrimonio, e di nascondersi nella Grotta del Cavallone. Il padre Lazaro ha un accesso d'ira, anche perché pure lui rimane stregato dalla bellezza di Mila, e in una colluttazione rimane ucciso dal figlio, che parte per Roma, per chiedere l'indulgenza papale. Nel frattempo però Mila viene catturata dai paesani e bruciata.

Si tratta di una creazione, insomma, votata al legame divenuto ora saldo tra Abruzzo e lo spirito dannunziano, le cui caratteristiche base della tragedia classica si fondono perfettamente con le vicende di estremismo vitale della popolazione montana locale, poiché votate all'unione contraddittoria e ancestrale tra passione dionisiaca pagana del culto della natura, e ai dogmi indissolubili della fede cattolica.

La fiaccola sotto il moggio (1905)[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: La fiaccola sotto il moggio.

Seconda principale tragedia abruzzese del poeta, fu ispirata da un viaggio ad Anversa degli Abruzzi con il filologo sulmonese Antonio De Nino, il quale compiva ricerche sulla storia del Castello Normanno, appartenuto alla nobile storica famiglia De Sangro. D'Annunzio la definì come la "più perfetta tra le sue tragedie"[72]

La vicenda riguarda ancora una volta la presenza di una protagonista "superfemmina" dannunziana, ossia la principessa Gigliola, una delle ultime eredi della disgraziata famiglia Sangro, che vive nel castello del borgo medievale, semi-diroccato. La madre è morta, e il padre preferisce sollazzarsi con una strega di Luco dei Marsi, chiamata "Angizia", in riferimento alla dea pagana dei Marsi venerata con i serpenti. Ogni membro della famiglia sembra non poter aiutare Gigliola, o per malattia mentale, o per disinteresse, finché una notte, Gigliola, andando alla tomba della madre, non ha un sogno in cui è spinta e vendicare l'affronto del padre alla famiglia. Tuttavia tale vendetta comporterà anche il sacrificio fisico di Gigliola, e nella perpetuazione dell'atto, il castello antico con un ultimo sussulto crolla su sé stesso, come a simboleggiare la rovina totale della famiglia nobile, e catarsi finale dei protagonisti.

La nave (1908)[modifica | modifica wikitesto]

 
Interno del Palazzo Gonzaga di Mantova, la "Sala degli Specchi", ambientazione del Forse che sì, forse che no

La tragedia è considerata l'ultima famosa del poeta, incentrata sul tema chiave dell'imperialismo europeo in Africa e in India. Il protagonista è l'ammiraglio Marco di Venezia, che viene avvicinato da una donna, Basiliola, che vuole vendicarsi dei torti subito alle sue sorelle dall'uomo, che ha le caratteristiche di una sorta di barbablù dannunziano. Basiliola all'inizio sembra riuscire nel suo piano, e lo tradisce anche con il fratello di Marco, risoluta a portare l'uomo alla pazzia, ma costui è votato alla navigazione e al viaggio verso l'ignoto, e decide di intraprendere una spedizione navale di conquista, tutta italiana, nelle terre selvagge. Basiliola, vedendo distrutto il proprio piano, si suicida.

Forse che sì, forse che no (1910)[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Forse che sì forse che no (romanzo).
 
Copertina del Notturno di De Carolis

Ultimo romanzo dannunziano, è ambientato a Mantova, nel Palazzo Gonzaga, la cui iscrizione forse che sì forse che no, ha dato ispirazione al titolo. Il protagonista è il nobile Paolo Tarsis che vive una relazione amorosa di passione con Isabella. Egli, a differenza degli altri "superuomo dannunziani" ha compreso il cambiamento del tempo, e anziché rifugiarsi nella corrente del decadentismo, cavalca la nuova moda delle macchine, delle automobili e degli aeroplani, abbracciando in parte la corrente del futurismo. Tuttavia la felicità non dura, perché Isabella lo tradisce con il fratello maggiore, in segreto, rinfacciando a Paolo i tradimenti con la giovane Vannina. Quando i nodi vengono al pettine, Vannina per la disperazione si suicida, e così Paolo tenta un suicidio con un'azione disperata, arrivare con il proprio aereo in Sardegna e tornare in Italia. L'impresa riesce, e Paolo viene acclamato come un eroe.

Notturno (1921)[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Notturno (D'Annunzio).

Il componimento poetico, diviso in tre parti, fu pubblicato una prima volta nel 1916, e successivamente in versione definitiva nel 1921. L'opera trae ispirazione dalla partecipazione dannunziana nella Grande guerra, evocata per ricordi e annotazioni frettolose, in uno stile crepuscolare, privo delle divagazioni intellettuali decadentiste, scarno e secco. Il poeta infatti, nel 1916, rimase ferito a un occhio, costretto all'immobilità bendato, e volle registrare l'esperienza bellica narrando le sue vicende da poeta-soldato protagonista nel conflitto mondiale. Uno dei momenti più lirici e intensi dell'opera è la descrizione della visita al cadavere dell'amico Giuseppe Garrassini Garbarino, morto in guerra.

Il libro segreto di Gabriele D'Annunzio (1935)[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Il libro segreto di Gabriele d'Annunzio.

Noto anche come Cento e cento e cento e cento pagine del Libro segreto di Gabriele d'Annunzio tentato di morire, è l'ultimo pezzo di bravura dello scrittore, composto come una sorta di diario memoriale, alternando lo stile da prosimetro al puramente lirico. Il titolo allude al preciso numero del 400 delle pagine della composizione, mentre l'allusione alla morte riguarda sia il misterioso fatto accaduto nel Vittoriale degli italiani nel 1922, quando D'Annunzio cadde dalla finestra, rischiando la vita (presentato nell'opera come un tentativo di suicidio), sia invece il terrore del poeta della presenza della vecchiaia invincibile, e l'avvicinarsi costante della fine della sua vita. In due sezioni, D'Annunzio rievoca i tempi della gioventù abruzzese e toscana, quando, a suo dire, sembrava che fosse votato per natura e volere divino a una vita avventurosa e mondana, benché avrebbe potuto anche evitare la sua fama, e trascorrere un'esistenza semplice e comune. La seconda parte invece riguarda più riflessioni sulla morte e il tempo che passa, dimostrando di esser stato valente anche nella primitiva vecchiaia durante la Grande guerra, nell'impresa di Fiume nel 1920, e nella beffa di Buccari nel 1918, sconfiggendo dunque la morte mediante il ricordo come poeta vate.

『世界文学の名作と主人公』(自由国民社)

 

 

 

フランス文学
001 ラブレー『ガルガンチュワ物語』『パンタグリュエル物語』
002 コルネイユ『ル・シッド』
003 モリエール『タルチュフ』
004 モリエール『人間ぎらい』
005 ラシーヌ『アンドロマック』
006 ラシーヌ『フェードル』
006a ラ・ファイエット夫人『クレーヴの奥方
007 プレヴォー『マノン・レスコー
008 ディドロ『ラモーの甥』
009 ボーマルシェフィガロの結婚
010 ラクロ『危険な関係
011 サン=ピエール『ポールとヴィルジニー』
012 サド『悪徳の栄え
013 シャトーブリヤン『アタラ』
014 シャトーブリヤン『ルネ』
015 コンスタン『アドルフ』
016 スタンダール赤と黒
017 スタンダールパルムの僧院
018 バルザックゴリオ爺さん
019 バルザック谷間の百合
020 ミュッセ『戯れに恋はすまじ』
021 デュマ・ペール『モンテ=クリスト伯』
022 メリメ『カルメン
023 デュマ・フィス『椿姫』
024 サンド『愛の妖精』
025 ネルヴァル『シルヴィ』
026 フローベールボヴァリー夫人
027 ユゴーレ・ミゼラブル
028 ドーデ『風車小屋だより』
029 ゾラ『居酒屋』
030 モーパッサン女の一生
031 ルナール『にんじん』
032 ロスタン『シラノ・ド・ベルジュラック
033 フィリップ『ビュビュ・ド・モンパルナス』
034 ロマン・ロラン『シャン・クリストフ』
035 バルビュス『地獄』
036 ジイド『狭き門』
037 アナトール・フランス『神々は渇く』
038 プルースト失われた時を求めて
039 デュアメル『サラヴァンの生活と冒険』
040 ラディゲ『肉体の悪魔
041 コレット青い麦
042 デュ・ガール『チボー家の人々
043 モーリヤック『テレーズ・デスケルー』
044 ジロドゥ『ジークフリート
045 コクトー恐るべき子供たち
046 サン=テグジュペリ『夜間飛行』
047 シュール・ロマン『善意の人々』
048 セリーヌ『夜の果ての旅』
049 マルロー『人間の条件』
050 モンテルラン『若き娘たち』
051 サルトル『嘔吐』
052 カミュ『異邦人』
053 ボーヴォワール招かれた女
054 アヌイ『アンチゴーヌ』
055 ジュネ『泥棒日記
056 ケッセル『昼顔』
057 ベケットゴドーを待ちながら
058 サガン悲しみよこんにちは
059 ビュトール『心変わり』
060 ロブ=グリエ『嫉妬』
061 シモン『フランドルへの道』
062 イヨネスコ『犀』

■イギリス文学編
063 チョーサー『カンタベリー物語』
064 マーロウ『フォースタス博士の悲劇』
065 シェイクスピアハムレット
066 シェイクスピアロミオとジュリエット
067 シェイクスピアヴェニスの商人
068 シェイクスピア『オセロー』
069 シェイクスピアマクベス
070 ミルトン『失楽園
071 バニヤン『天路暦程』
072 デフォー『ロビンソン・クルーソー
073 スウィフト『ガリバー旅行記
074 フィールディング『トム・ジョーンズ
075 オースティン『高慢と偏見
076 ストット『アイバンホー』
077 エミリ・ブロンテ『嵐が丘
078 シャーロット・ブロンテジェイン・エア
079 サッカレー『虚栄の市』
080 ディケンズ『ディヴィッド・カパフィールド』
081 ディケンズ二都物語
082 ジェイムズ『ある女性の肖像』
083 ジョージ・エリオット『サイラス・マアナー』
084 スティーヴンソン『ジキル博士とハイド氏
085 ワイルド『ドリアン・グレイの肖像』
086 ハーディ『テス』
087 コンラッド『ノストローモ』
088 ショー『ピグマリオン
089 ロレンス『息子と恋人』
090 ロレンス『恋する女たち
091 ロレンス『チャタレイ夫人の恋人
092 モーム『人間の絆』
093 モーム『月と六ペンス』
094 ジョイス『ユリシーズ
095 ゴールズワージーフォーサイト家物語』
096 マンスフィールド園遊会
097 フォースター『インドへの道』
098 ヴァージニア・ウルフ『ダロウェー夫人』
099 ハクスリー『恋愛対位法』
100 クローニン『城砦』
101 デュ・モーリアレベッカ
102 オーウェル動物農場
103 グレアム・グリーン『第三の男』
104 シリトー『長距離ランナーの孤独
105 トールキン指輪物語
106 イシャウッド『さらばベルリーン』

■アメリカ編
107 アーヴィング『スケッチブック』
108 クーパー『モヒカン族の最後』
109 ポー『黒猫』
110 ポー『アッシャー家の崩壊』
111 ホーソーン『緋文字』
112 メルヴィル『白鯨』
113 ストウ夫人『アンクルトムの小屋』
114 トウェイン『ハックベリ・フィンの冒険』
115 ロンドン『野性の呼び声』
116 O・ヘンリー『最後の一葉』
117 キャザー『私のアントニア』
118 S・ルイス『本町通り』
119 オニール『楡の木陰の欲望』
120 ドライザー『アメリカの悲劇
121 トマス・ウルフ『天使よ故郷を見よ』
122 フォークナー『響きと怒り
123 ヘミングウェイ武器よさらば
124 ヘミングウェイ誰がために鐘は鳴る
125 ポーター『花咲くユダの木』
126 ドス・パソス『USA』
127 パール・バック『大地』
128 コールドウェル『神の小さな土地
129 ミッチェル『風とともに去りぬ』
130 スタインベック『怒りのぶどう』
131 ヘンリー・ミラー『南回帰線』
132 ライト『アメリカの息子』
133 マッカラーズ『結婚式のメンバー』
134 テネシー・ウィリアムズ欲望という名の電車
135 メイラー『裸者と死者』
136 アーサー・ミラーセールスマンの死
137 サリンジャーライ麦畑でつかまえて
138 スタイロン『闇の中に横たわりて』
139 エリソン『見えない人間』
140 カポーティティファニーで朝食を
141 バース『路の果て』
142 ロス『さようなら、コロンバス』
143 アップダイク『走れ、ウサギ』
144 オールビー『ヴァージニア・ウルフなんかこわくない
145 ボールドウィン『もう一つの国』
146 ベロー『ハーツォグ』
147 マラマッド『修理屋』
148 オーツ『かれら』
149 アレックス・ヘイリー『ルーツ』

■ドイツ文学編
150 ハルトマン『哀れなハインリヒ』
151 グリンメルハウゼン『阿呆物語』
152 ゲーテ『若きウェルテルの悩み』
153 ゲーテファウスト
154 レッシング『賢者ナータン』
155 シラー『群盗』
156 ヘルダーリン『ヒュペーリオン』
157 ノヴァーリス青い花
158 クライスト『こわれがめ』
159 ホフマン『黄金の壺』
160 シャミッソ『ペーター・シュレミールの不思議な物語』
161 シュトルム『みずうみ』
162 ケラー『緑のハインリヒ』
163 メーリケ『旅の日のモーツァルト
164 ビュヒナー『ヴォイツェック』
165 ハウプトマン『日の出前』
166 ヴェーデキント『春の目覚め』
167 シュニッツラー『恋愛三昧』
168 ヘッセ『車輪の下
169 リルケ『マルテの手記』
170 カフカ『変身』
171 トマス・マン『魔の山
172 ブレヒト三文オペラ
173 ムージル『特性のない男』
174 カロッサ『美しき惑いの年』
175 レマルク凱旋門
176 ブロッホウェルギリウスの死』
177 グラス『ブリキの太鼓
178 ヨーンソン『ヤーコプについての推測』
179 フリッシュ『わが名はガンテンバイン』
180 H・ベル『カタリーナ・ブルームの失われた名誉』

ロシア文学
181 プーシキン『エフゲーニー・オネーギン』
182 ゴーゴリ『検察官』
183 ゴーゴリ『死せる魂』
184 レールモントフ『現代の英雄』
185 ツルゲーネフ『父と子』
186 ツルゲーネフ『ルージン』
187 ゴンチャロフオブローモフ
188 ドストエフスキー罪と罰
189 ドストエフスキーカラマーゾフの兄弟
190 トルストイ戦争と平和
191 トルストイアンナ・カレーニナ
192 トルストイ『復活』
193 オトスフスキー『雷雨』
194 レスコフ『魅せられた旅人』
195 ガルシン『赤い花』
196 チェーホフ桜の園
197 ゴーリキ『どん底
198 ベールイ『銀の鳩』
199 ショーメホフ『静かなドン』
200 A・トルストイ『苦悩の中を行く』
201 エレンブルグ『フリオ・フレニトの奇妙な遍歴』
202 レオーノフ『泥棒』
203 パステルナーク『ドクトル・ジバゴ
204 ブルガーコフ巨匠とマルガリータ
205 ソルジェニーツィンイワン・デニーソヴィチの一日
206 ソルジェニーツィンガン病棟

■各国
207 ホメロスイーリアス
208 ホメロスオデュッセイア
209 アイソーポス『イソップ寓話集』
210 アリストパネス『女の平和』
211 ヴァールミーキ編『ラーマーヤナ
212 『アラビアン・ナイト
213 ダンテ『神曲
214 ボッカチオ『デカメロン
215 セルバンテスドン・キホーテ
216 イプセン『人形の家』
217 ストリンドベリイ『令嬢ジュリー
218 ダヌンツィオ『死の勝利』
219 シェンキェーヴィッチ『クオ・ヴァディス』
220 マンゾーニ『婚約者』
221 ビランデルロ『作者を探す六人の登場人物』
222 モラヴィア『無関心な人びと』
223 ジェイムズ『デイジー・ミラー』
224 魯迅『阿Q正伝』
225 ガルシア=マルケス『予告された殺人の記録』
226 バック『かもめのジョナサン
227 クンデラ『存在の耐えられない軽さ』
228 プイグ『蜘蛛女』
229 ウォーカー『カラー・パープル』
230 エリス『レス・ザン・ゼロ』
231 ゴルデル『ソフィーの世界

■児童文学
○イギリス編
232 ディケンズクリスマス・キャロル
233 キャロル『ふしぎの国のアリス
234 スティーヴンソン『宝島』
235 シューウェル『黒馬物語』
236 キプリングジャングル・ブック
237 バリ『ピーターパンとウェンディ』
238 ミルン『クマのプーサン』
239 ランサム『ツバメ号とアマゾン号
240 トラバース『風にのってきたメアリー・ポピンズ』
241 ルイス『ナルニア国物語
242 ノートン床下の小人たち

○アメリカ編
243 バーネット『小公子』
244 トウェイン『トム・ソーヤの冒険
245 オールコット『若草物語
246 パイル『ロビン・フッドのゆかいな冒険』
247 ボーム『オズの魔法使い
248 ウェブスター『あしながおじさん
249 ロフティング『ドリトル先生航海記』
250 ワイルダー『インガルズ一家の物語』
251 ローリングス『小鹿物語』

○フランス編、その他
252 マロ『家なき子
253 ベルヌ『海底二万哩
254 ベルヌ『十五章年漂流記』
255 サン=テクジュペリ『星の王子さま
256 シュピリ『ハイジ』
257 ウィーダ『フランダースの犬
258 コッローディ『ピノッキオ』
259 アミーチス『クオレ』
260 エルショフ『せむしの子馬』
261 トルストイ『イワンのばか』
262 ケストナー『エミールと探偵たち』
263 ラーゲルレーフ『ニールスの不思議な旅』
264 ザルテン『バンビ』
265 マルシャーク『森は生きている』

 

■コミュニティのメンバーの推薦作品

266 カズオ・イシグロ『わたしを離さないで』

267 モンゴメリ赤毛のアン

268 ネミロフスキー『フランス組曲

269 シェイクスピアリア王

270 ドストエフスキー『悪霊』

271 ウルフ『波』

272 ゾラ『制作』

273 スティーヴン・キングゴールデンボーイ

274 ヘミングウェイ老人と海

275 ホセ・ドノソ『夜のみだらな鳥』